Per una volta fidati, se ti dico che sei l'esatto contrario della normalità». Fui molto più imbarazzata che lusingata dall'occhiata con cui accompagnò le sue parole. Cercai di riprendere il filo originale del discorso. «Ma io non sono intenzionata a lasciarti perdere», rimarcai.
«Non capisci? È la dimostrazione che ho ragione io. Ci tengo più di te, perché se ci riuscissi», e scosse il capo, come per accettare l'idea controvoglia, «se andarmene fosse la scelta migliore, sarei disposto a danneggiare me stesso, pur di non ferirti, pur di proteggerti».
Lo guardai, torva: «E non credi che sia lo stesso per me?».
«Non è a te che spetta questa scelta». All'improvviso, il suo umore imprevedibile cambiò per l'ennesima volta: sfoderò un sorriso beffardo, devastante. «Certo, darti protezione sta diventando un lavoro a tempo pieno che richiede la mia presenza costante».
«Oggi nessuno ha cercato di farmi fuori». Gli ero grata per avere cambiato argomento. Non volevo più parlare di abbandono. Pur di averlo accanto, sarei stata disposta a mettermi spontaneamente in pericolo... Ma cancellai quel pensiero prima che potesse leggermelo negli occhi. Sarebbe stato un bel guaio.
«Non ancora», aggiunse. «Non ancora». Avrei anche voluto controbattere, ma a quel punto desideravo che si aspettasse un'altra catastrofe.
Twilight