«Pensi che sia ubriaca?».
«Sei intossicata dalla mia presenza». Riecco quel ghigno malizioso.
«Non ti posso dare torto». Non avevo scelta: era inutile girarci intorno e ostinarmi a resistergli. Lasciai oscillare la chiave e la mollai all'improvviso; sotto i miei occhi la sua mano schizzò e la prese al volo, silenzioso e veloce come un lampo. «Vacci piano», lo avvertii, «il pick-up è un pensionato».
«Molto ragionevole», disse con approvazione.
«E tu, non sei nemmeno scalfito dalla mia presenza?», chiesi maliziosa.
Ancora una volta la sua espressione si trasformò e i suoi tratti si fecero dolci, caldi. Anziché rispondere, avvicinò il viso al mio, inclinandolo leggermente, e prese a sfiorarmi lento con le labbra, dall'orecchio al mento, avanti e indietro. Tremavo.
«E in ogni caso», mormorò, «i miei riflessi sono più pronti dei tuoi».
Twilight