«Dopo il diploma», sussurrai anch'io, guardandolo con cautela. Si sarebbe di nuovo infuriato?
«Così presto», sospirò a occhi chiusi. Più che un'affermazione sembrò un lamento. Aveva i muscoli delle braccia tesi e le spalle rigide.
«Ahi!», gridò e al suo scatto sobbalzai.
Il pugno della mano destra si era stretto attorno alla lama del coltello; l'aprì e il coltello cadde nel lavandino. Sul palmo c'era un taglio lungo e profondo. Il sangue gli colava fra le dita e gocciolava sul pavimento.
«Merda! Che male!», si lamentò.
Mi girava la testa, avevo lo stomaco sottosopra. Mi aggrappai al ripiano con una mano e mi sforzai di stare in piedi per potermi occupare di lui.
«Oh no, Jacob! Oh, merda! Tieni, avvolgila con questo!», gli passai lo straccio dei piatti. Lui si allontanò scrollando le spalle.
Eclipse