Quando salii in camera mia, sentii svanire i rimasugli della bizzarra sensazione di benessere del pomeriggio, sostituiti dalla paura sorda di ciò che mi sarebbe toccato vivere da quel momento in poi.
Non ero più annebbiata. Quella notte, senza dubbio, sarebbe stata terribile come la precedente. M'infilai nel letto, rannicchiandomi, pronta a sostenere l'assalto. Strizzai gli occhi e... un secondo dopo era mattino.
Guardai la luce pallida e argentea filtrare dalla finestra. Ero strabiliata.
Per la prima volta in più di quattro mesi, avevo dormito senza sognare. Sognare o urlare. Non avrei saputo dire quale emozione fosse più forte: il sollievo o la sorpresa.
Restai immobile a letto per qualche minuto, in attesa che tornasse. Perché qualcosa doveva tornare. Se non il dolore, almeno l'annebbiamento. Aspettai, ma non accadde niente. Mi sentivo più riposata che mai.
Ero certa che non sarebbe durata. Stavo in equilibrio su un filo scivoloso e precario, bastava poco per cascare a terra. Anche perlustrare la stanza con lo sguardo, improvvisamente a fuoco - e accorgermi quanto fosse strana, troppo ordinata, come se non ci fossi mai vissuta - costituiva un pericolo.
New Moon
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