Chris Weitz parla di ‘New Moon’ e lo fa su boxoffice.com.
Abbiamo avuto la possibilità di parlare con Chris Weitz, il regista di New Moon.
Tutto è iniziato con una torta. Una volta che Chris Weitz e il fratello Paul hanno “sverginato” il dessert del film del 1999 American Pie, sono diventati due dei registi più richiesti di Hollywood. Anche se aveva appena passato i 20 anni, Chris Weitz è stato abbastanza furbo da non gettare al vento questa opportunità e invece di firmare per i vari sequel (sette, contando quelli pubblicati solo in DVD), si è concentrato sul dirigere film più da adulti, come Chris Rock’s Down to Earth e About a Boy, l’adattamento con Hugh Grant del romanzo di Nick Hornby.
Weitz ha passato i successivi anni ad investire nella sua passione – il film fantasy ad alto budget La Bussola d’Oro – ma la trama secondaria anti-religiosa del film, abbianata alle grandi ambizioni di Weitz e all’ansia dello Studio, hanno portato ad un fiasco in America.
Anche se in tutto il mondo il film ha incassaro $372 milioni, a fronte di un budget di $180 milioni, il relativamente poco successo americano ha fatto sì che tutti si tirassero indietro da quello che un tempo era stato considerato un franchise di successo.
Ma con New Moon, Weitz ha preso le redini di un altro franchise di successo, ed è sicuro di portarlo al successo al botteghino.
Weitz ha raccontato a BOXOFFICE del potere delle storie non a lieto fine e della gratitudine della sua famiglia verso i vampiri – un lignaggio che si estende fino ai suoi nonni.
Come si dirige un film sapendo che tutti conoscono la storia e come va a finire?
In un certo senso, è un vantaggio. Il fatto che la gente conosca e ama il libro significa che vogliono vedere il film, che è la cosa che speri quando ne giri uno. Bisogna trovare l’equilibrio tra il restare fedeli la libro e apportare dei cambiamenti. Mi ritengo un fan come tutti gli altri e riesco ad immaginarmi il libro come ogni altro fan, con la differenza che ho decine di milioni di dollari a mia disposizione per realizzare quella visione. Spero che sia una visione abbastanza forte del libro da far divertire, intrattenere ed eccitare le persone anche se sanno già come andrà a finire.
Una delle mie cospirazioni preferite di New Moon è quella che i produttori hanno obbligato Kristen Stewart e Robert Pattinson a tenere segreta la loro relazione perchè modificherebbe il modo in cui le persone vedrebbero la storia, anche se la storia la si sa, compresa quella dei due libri successivi.
I fan sanno come sono i Volturi o come sarà il corpo di Taylor Lautner nei panni di Jacob – i produttori sanno che queste sono cose che attraggono molto l’attenzione. E vogliono analizzarle nel tempo. (Ride). E’ una cospirazione, ma si chiama marketing.
Ci sono moltissimi film sui vampiri, sull’amore tra i vampiri, su storie d’amore tra adolescenti – cosa ha fatto diventare Twilight il fenomeno che è?
Secondo me, non c’entrano molto i vampiri e i lupi mannari, quanto le situazioni emotive a cui ci si può subito relazionare. Bella deve scegliere tra l’amore per l’amico che le sta accanto e l’oggetto del suo desiderio, che però è distante. E’ uno scenario piuttosto comune, sfortunatamente, quindi viene messo da parte. Io l’ho sperimentato – quasi tutti, tranne quelli incredibilmente fortunati l’hanno sperimentato – e l’elemento soprannaturale delle cose aumenta il desideio che vada tutto a buon fine. Possiamo rappresentare questo scenario su grande scala. Quando rompi con qualcuno, ti piace pensare che se avessi fatto qualcosa di sufficientemente coraggioso, di fantastico, avresti potuto salvare quella relazione. E ti piace pensare che la persona che ti ha lasciato l’ha fatto per il tuo bene, contro il loro volere. Di solito non accade, ma in New Moon lo è, quindi è un bel modo per esaudire i desideri di una persona. E’ una bellissima cosa il fatto che la Summit capisca che ci sono posti oscuri in cui il film deve andare in modo da far funzionare tutto. Non hanno paura del dolore e della tristezza presenti nel libro.
Ha un tono operistico, che potrebbe aiutare coloro che hanno il cuore spezzato.
Probabilmente l’abum della colonna sonora sarà il migliore di tutti i tempi. Il fatto che Alexandre Desplat componga la musica significa che c’è questo senso di Romanticismo Francese che ci riporta al mentone di Alexandre, Maurice Jarre e a tutto quello che ha fatto per I film di David Lean – da Debussy a Ravel e a quel genere di cose. C’è molta lussuria nella parte emotiva della piece. Credo che a questo punto dovrei dire che anche per I ragazzi c’è molto materiale. Ma lasciamo perdere per ora.
Un minuto fa hai detto che Pattinson è un uomo irraggiungibile. Si vedono di continuo storie di uomini che inseguono le donne. È raro vedere il contrario, e quando accade di solito è trattato come All About Steve, dove si sfocia nel comico.
Farsa
Esattamente. Si sente sempre parlare dello sguardo dei ragazzi nei film, ma in questo film sembrano esserci molti sguardi femminili. Uno dei pre-requisiti è il numero di volte in cui Pattinson e Lautner si tolgono la maglietta.
È nel copione, ed è fatto per le ragazze, davvero. Le donne sono state molto oggettivate nei film di Hollywood. E in Twilight e in New Moon c’è ancora una sorta di castità nell’oggettivarle. Abbiamo approcciato la cosa con un pò di tatto. Speri sempre, quando giri scene di nudo-sopra-la-vita che sia fatto perchè lo richiede quel momento, non solo per avere del nudo gratuito. Detto questo, credo che siamo andati alla Comic-Con con un bel pò di muscoli ed è stato divertente vedere le reazioni. Ho cercato di fare film che prendessero in considerazione la parte femminile del pubblico. Anche con American Pie, che proviene da un genere notoriamente misogino.
Concordo. In American Pie hai mostrato il perchè una ragazza dovrebbe o non dovrebbe farlo nella sera del ballo scolastico – è stato giusto.
Stavamo anche cercando di dire che avevano davvero il controllo della situazione e i ragazzi erano più o meno dei deficienti che cercavano di navigare nelle loro acque. Le ragazze avevano il controllo di quello che succedeva e quando.
American Pie—come Twilight—è stato uno di quei film che ha reso tutti I membri del cast delle star. Questa volta, ti senti di dare a questa nuova generazione dei consigli per la carriera o per la vita?
Non mi sento qualificato per farlo per non mi trovo nella loro situazione. Non devo avere a che fare con la fama; sono in grado di tenerla a bada o no – o meglio, è in grado di farlo il dipartimento della pubblicità. Non cammino per la strada venendo riconosciuto. Sono riconosciuto in proporzione a quanto sono vicino a Rob. Praticamente, se gli sono più vicino di mezzo metro, devo preoccuparmi. Se no, no. Non penso che abbiano bisogno di un mio consiglio perché sono determinati a restare con i piedi per terra, indipendentemente da tutto quello che potrebbe distrarli. Ecco l’uinco consiglio che potrei dare loro: che restino le persone intelligenti e decenti che sono ora. E non credo che avranno problemi da questo punto di vista.
Ho sentito che l’esperienza sul set è stata come vivere in A Hard Days Night.
È stato così in Italia. Anche se non abbiamo corso e siamo stati inseguiti più di tanto. Lo paragonerei più che altro a “Gli Uccelli”. Ti guardi attorno e improvvisamente ci sono 10 ragazze. Poi 20. poi 30 e poi 40. e poi improvvisamente la strada che avevi intenzione di percorrere per recarti a pranzo o alla prossima location è bloccata e non c’è modo di passare. Oppure ci passi ma ti ci vogliono ore perché devi fare foto e firmare autografi. Ed è giusto perché è il motivo per cui sono venute fino a qui e la ragione perc cui noi siamo qui. Oppure puoi fare lo stronzo e fregartene. Ho sviluppato uno sguardo preoccupato che ogni tanto aiuta. Faccio finta che qualcosa stia andando malissimo in un’altra location e spesso mi aiuta ad uscire da alcune situazioni.
Ci sono state esperienze pazze con I fan?
È stato pazzesco quanto la gente sia stata di supporto, amichevole ed entusiasta. Vogliono davvero che le cose vengano fatte bene, ma non sono iper-critiche. C’è molta fiducia tra le persone che girano il film e quelle che andranno a vederlo e siamo innocenti fino a prova contraria. Ed è positivo perché non è sempre così con i fan maschi. A Montepulciano ho incontrato una ragazza italiana che ho poi rivisto a Vancouver e parla un inglese perfetto. Ecco perché l’ho riconosciuta. È venuta da me e mi ha detto: “Ti ricordi di me?” e io ho detto di sì. E poi è arrivata sua madre e volevo chiederle cosa avevano in mente perché la figlia sembrava in età scolastica, ma non è compito mio.
Quale altro libro vorresti girare?
Ad essere onesto, vorrei girare La Bussola d’Oro. Mi piacerebbe che mi si desse la possibilità di girare la mia versione di quel libro, ma costerebbe centinaia di dollari creare quegli effetti speciali. Il girato mi è stato rubato ed è stata un’esperienza devastante. Ecco un altro libro che mi piacerebbe girare. Non avrei la forza di metterci altri tre anni, ma è un peccato che la paura delle idee del libro abbiano spinto lo Studio a creare una versione che ne ha causato il flop.
Era un bel film, girato bene.
È un bel film. E ci sono dei momenti in cui è esattamente come lo avrei voluto. Ma è stato modificato in modo che le idee interessanti che ci avevo inserito e l’aspetto emotivo della storia sono andati persi. Ed è un peccato perché mi prendo la responsabilità nei confronti di un autore nel cercare di rappresentare la loro visione in un film. Deludere Philip Pullman è una grande tristezza per me perché è uno degli autori che ammiro di più al mondo
Tra l’autore e lo Studio deve esserci molta pressione.
Vero, e devo dire che la Summit capisce che I fan vogliono vedere il libro nel film, non solo un film popcorn.
È quasi un nido sicuro, il fatto che così tanta gente conosca già il libro, più di quanto il pubblico di American Pie conoscesse La Bussola d’Oro.
Sì, il pubblico Americano non conosceva The Golden Compass. Quando si inizia a rovinare la trama e i personaggi e i concetti chiave del film, si perde l’appeal del libro prima di tutto. Se si prende l’esempio de Il Signore Degli Anelli, non ha trasformato in geni tutti in una notte. La gente si è resa conto della grandezza della saga e l’aderenza della storia ai personaggi ha ripagato anche se molti sono andati a vedere il film senza aver letto il libro.
Anche tuo fratello Paul ha un film in uscita sui vampiri?
Sì. Non era una cosa programmata. È divertente. Una settimana prima che mi venisse offerto New Moon mi chiedevo perché ci fossero così tanti film sui vampiti in giro. Paul voleva indulgere nel suo amore di lunga data con il grottesco, cosa permessagli da Cirque du Freak, con la perversione presente nei libri della serie e nel copione. È una bella coincidenza. A dire il vero, se si vuole tornare ancora più indietro, mia nonna era un’attrice nei fiilm muti di Dracula, nella versione messicana. Mio nonno, che al tempo era un produttore della Universal, stava corteggiando mia nonna e quando è uscito il sonoro non c’erano parti per donne con forte accento messicano. Ha convinto Carl Laemmle della Universal ad usare gli stessi set per girare una versione spagn9ola del film. Quindi, Dracula Spagnolo.
E se tuo nonno non l’avesse fatto, forse non esisteresti.
E’ vero. Se non fosse per i vampiri….
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