Intervista: Michael Sheen a proposito di The Damned United, Tron, New Moon, Under World e Alice in Wonderland!
Attualmente è uno degli attori inglesi più talentuosi, dotati e richiesti, Michael Sheen si cale nei suoi personaggi facilmente, come Tony Blair in The Queen, David Frost in Frost/Nixon, o come Brian Clough, nel suo ultimo film, The Damned United, o come abitante del mondo sovrannaturale, col suo ruolo nei film Underworld (in cui lui interpreta un licantropo), in Twiligth saga: New Moon (in cui interpreta un vampiro), Alice in Wonderland (in cui interpreta il coniglio bianco) o il mondo generato al computer di Tron, Michael Sheen è sempre memorabile.
Alla conferenza stampa del cinema, l’attore di teatro e di cinema ha parlato del suo processo di avvicinamento ai suoi ruoli, più esattamente quello di coach dei Leeds United Brian Clough e i suoi 44 giorni da manager destinato a fallire nel campionato di calcio inglese, in The Damned United.
Alla conferenza stampa del cinema, l’attore di teatro e di cinema ha parlato del suo processo di avvicinamento ai suoi ruoli, più esattamente quello di coach dei Leeds United Brian Clough e i suoi 44 giorni da manager destinato a fallire nel campionato di calcio inglese, in The Damned United.
Q: Come ti sei preparato per ricreare quell’intervista con Brian Clough nello studio televisivo, all’inizio del film? Sembri molto lui. E’ stato difficile da catturare?
Michael: Siamo noi a ricreare un intervista attuale che è accaduta in un tempo che tu puoi vedere. E’ solo un’inquietante abilità che io dovevo cambiare. Le interviste che chiudono il film, all’inizio e alla fine, si basano su interviste vere. E’ straordinariamente visivo da vedere. Il fatto che, il suo primo giorno a Leeds, per prima cosa è andato a fare un’intervista televisiva, è qualcosa di straordinario.
Ed è per questo che l’ultima intervista che hanno fatto, l’hanno sorpreso con Don Revie. Lui non sapeva che sarebbe stato li. Era il giorno in cui è stato distrutto, e lui è andato all’intervista televisiva e poi, improvvisante, c’era la sua nemesi seduta li accanto a lui, nel giorno della sua umiliazione. E’ straordinario da vedere. E, ho visto ambo le interviste, ancora e ancora, non provando e copiando quello che faceva, ma semplicemente cercavo di andare al cuore di quello che gli stava succedendo, piuttosto che provare e imitarlo perfettamente.
Michael: Siamo noi a ricreare un intervista attuale che è accaduta in un tempo che tu puoi vedere. E’ solo un’inquietante abilità che io dovevo cambiare. Le interviste che chiudono il film, all’inizio e alla fine, si basano su interviste vere. E’ straordinariamente visivo da vedere. Il fatto che, il suo primo giorno a Leeds, per prima cosa è andato a fare un’intervista televisiva, è qualcosa di straordinario.
Ed è per questo che l’ultima intervista che hanno fatto, l’hanno sorpreso con Don Revie. Lui non sapeva che sarebbe stato li. Era il giorno in cui è stato distrutto, e lui è andato all’intervista televisiva e poi, improvvisante, c’era la sua nemesi seduta li accanto a lui, nel giorno della sua umiliazione. E’ straordinario da vedere. E, ho visto ambo le interviste, ancora e ancora, non provando e copiando quello che faceva, ma semplicemente cercavo di andare al cuore di quello che gli stava succedendo, piuttosto che provare e imitarlo perfettamente.
Q: Questo processo aveva qualcosa di diverso dall’interpretare altri personaggi storici?
Michael: Il processo è sempre lo stesso, in termini di lavoro che io faccio in anticipo. Inizio guardando la persona, e cerco un libro e inizio a leggerlo attraverso il libro. Non mi importa che sia un buon libro o no, cerco semplicemente un libro su di lui perché devi partire da qualche parte, e poi inizio a guardare alcuni spezzoni. C’è un gruppo di ricercatori che mettono assieme tutti gli spezzoni per me e trovano tutte le cose. Poi, piano piano inizio a lavorare da solo su tutto quello che esiste su questa persona. Eventualmente se trovo un libro molto utile su questa persona, e se ci sono degli spezzoni che trovo li metto assieme, per alcune ragioni potrei anche non sapere il perché li connetto tanto per iniziare, e potrei scoprirlo alla fine, ma qualcosa alla fine mi parla. Completo tutto e poi diventa il mio talismano nelle ricerche, e ci torno sempre, ancora e ancora.
Michael: Il processo è sempre lo stesso, in termini di lavoro che io faccio in anticipo. Inizio guardando la persona, e cerco un libro e inizio a leggerlo attraverso il libro. Non mi importa che sia un buon libro o no, cerco semplicemente un libro su di lui perché devi partire da qualche parte, e poi inizio a guardare alcuni spezzoni. C’è un gruppo di ricercatori che mettono assieme tutti gli spezzoni per me e trovano tutte le cose. Poi, piano piano inizio a lavorare da solo su tutto quello che esiste su questa persona. Eventualmente se trovo un libro molto utile su questa persona, e se ci sono degli spezzoni che trovo li metto assieme, per alcune ragioni potrei anche non sapere il perché li connetto tanto per iniziare, e potrei scoprirlo alla fine, ma qualcosa alla fine mi parla. Completo tutto e poi diventa il mio talismano nelle ricerche, e ci torno sempre, ancora e ancora.
Q: Cosa ti attira di più di Brian?
Michael: Con Brian, suppongo quello che ho trovato, per un uomo che era famoso in Gran Bretagna per essere l’epitomo dell’arroganza e della sicurezza in se stesso e della convinzione in se stesso, la cosa che mi ha sorpreso è quanto poco sicuro e poco convinto di fosse di se stesso, e quanto lui dovesse ottenere per accrescere la sua autostima. Chiunque viene guidato e vince per essere il migliore, penso si senta di essere stato incaricato di fare qualcosa. C’è una sorta di fame infinita per qualcosa che non potrà mai essere raggiunta.
Con Brian, il fatto è che è stato fermato dal fare quello che voleva fare, quando era ancora giovane. Era un giocatore e quello era il suo sogno, e quel sogno gli è stato portato via. Chiunque, se guardate le persone che hanno incidenti automobilistici o in moto quando sono giovani e poi non sono più in grado di fare quello che vorrebbero, c’è un intero lavoro psicologico da fare per accettarlo, e non credo lui l’abbia accettato fino in fondo. C’era sempre questo sentimento di frustrazione in lui. C’era sempre quell’intento di nascondere, di mascherare, per coprire tutto, e sotto tutto questo c’era molta vulnerabilità, insicurezza, ansia e voglia di sentirsi dire, “Tu sei il migliore,” piuttosto di essere solo in grado di dirsi, “sono il migliore.” Non aveva la confidenza necessaria per farlo, suppongo questa sia la rivelazione. Lui era l’uomo che si supponeva tutto d’un pezzo, ma ho scoperto qualcosa di diverso sotto.
Michael: Con Brian, suppongo quello che ho trovato, per un uomo che era famoso in Gran Bretagna per essere l’epitomo dell’arroganza e della sicurezza in se stesso e della convinzione in se stesso, la cosa che mi ha sorpreso è quanto poco sicuro e poco convinto di fosse di se stesso, e quanto lui dovesse ottenere per accrescere la sua autostima. Chiunque viene guidato e vince per essere il migliore, penso si senta di essere stato incaricato di fare qualcosa. C’è una sorta di fame infinita per qualcosa che non potrà mai essere raggiunta.
Con Brian, il fatto è che è stato fermato dal fare quello che voleva fare, quando era ancora giovane. Era un giocatore e quello era il suo sogno, e quel sogno gli è stato portato via. Chiunque, se guardate le persone che hanno incidenti automobilistici o in moto quando sono giovani e poi non sono più in grado di fare quello che vorrebbero, c’è un intero lavoro psicologico da fare per accettarlo, e non credo lui l’abbia accettato fino in fondo. C’era sempre questo sentimento di frustrazione in lui. C’era sempre quell’intento di nascondere, di mascherare, per coprire tutto, e sotto tutto questo c’era molta vulnerabilità, insicurezza, ansia e voglia di sentirsi dire, “Tu sei il migliore,” piuttosto di essere solo in grado di dirsi, “sono il migliore.” Non aveva la confidenza necessaria per farlo, suppongo questa sia la rivelazione. Lui era l’uomo che si supponeva tutto d’un pezzo, ma ho scoperto qualcosa di diverso sotto.
Q: Ti ricordi di Brian Clough?
Michael: Per l’evento del film, quando lui era a Leeds nel 1974, io avevo 5 anni, non me lo ricordo. Ma, il suo grande successo dopo di quello si. Ha continuato e ha fondato una squadra chiamata Nottingham Forest. Erano in fondo alla seconda divisione, e lui li ha portati non solo in cima alla prima divisione, ma anche in Europa e hanno vinto la European Cup due volte, due anni di fila. Così, quello che ha raggiunto, nuovamente con Peter Taylor, era senza precedenti e mai più raggiunto successivamente. Questo lo ricordo. Questo è quello con cui sono cresciuto.
E, poi, il tardo Clough, verso la fine del suo periodo nei Nottingham Forest, l’alcool ha preso sempre più il sopravvento su di lui. Aveva un aspetto sempre più devastato e gonfio, ed è diventato, in un certo senso, quasi una figura tragica perché lui e Taylor discussero nuovamente, si separarono e non si riconciliarono più. Taylor morì e non penso Clough si sia mai perdonato di non aver chiarito le cose con Taylor. E’ caduto ancora di più nella morsa dell’alcool.
Michael: Per l’evento del film, quando lui era a Leeds nel 1974, io avevo 5 anni, non me lo ricordo. Ma, il suo grande successo dopo di quello si. Ha continuato e ha fondato una squadra chiamata Nottingham Forest. Erano in fondo alla seconda divisione, e lui li ha portati non solo in cima alla prima divisione, ma anche in Europa e hanno vinto la European Cup due volte, due anni di fila. Così, quello che ha raggiunto, nuovamente con Peter Taylor, era senza precedenti e mai più raggiunto successivamente. Questo lo ricordo. Questo è quello con cui sono cresciuto.
E, poi, il tardo Clough, verso la fine del suo periodo nei Nottingham Forest, l’alcool ha preso sempre più il sopravvento su di lui. Aveva un aspetto sempre più devastato e gonfio, ed è diventato, in un certo senso, quasi una figura tragica perché lui e Taylor discussero nuovamente, si separarono e non si riconciliarono più. Taylor morì e non penso Clough si sia mai perdonato di non aver chiarito le cose con Taylor. E’ caduto ancora di più nella morsa dell’alcool.
Q: Hai interpretato Tony Blair due volte. Nessuna discussione su un sequel basato sulla vita di Brian Clough?
Michael: Questo è un adattamento di un libro, e non ci sono altri libri da adattare. Ma ci sono altre storia li, che sarebbe bello raccontare, probabilmente tra qualche anno, quando sarò un po’ più vecchio, farò gli ultimi anni di Blair e gli ultimi anni di Clough.
Michael: Questo è un adattamento di un libro, e non ci sono altri libri da adattare. Ma ci sono altre storia li, che sarebbe bello raccontare, probabilmente tra qualche anno, quando sarò un po’ più vecchio, farò gli ultimi anni di Blair e gli ultimi anni di Clough.
Q: Quanto amante del calcio sei?
Michael: Sono un grande fan del calcio, ma non abbastanza di quando ero più giovane. Quando ero un bambino, tutto quello a cui mi interessavo era il football. Tutto quello che volevo fare era essere un giocatore di football. Quando ero un bambino, se non ero a scuola, giocavo a football per strada, o al campo da football vicino a casa mia. Anche quando ero a scuola, ogni volta che c’era pausa, giocavo a football o parlavo di football, e collezionavo le figurine del football e riempivo gli album.
Poi quando avevo 12 anni, mi è stata offerta l’occasione di giocare con l’Arsenal, la squadra giovanile. Vivevo in una piccola città del Galles e questo significava che sarei dovuto andare a vivere con tutta la mia famiglia a Londra, così mio padre ha detto, “No. Se sarai ancora interessato quando avrai 16 anni, allora potrai andare.” Ma è troppo tardi quando hai 16 anni. Devi iniziare quando sei ancora giovane. E poi, a quei tempi ero impegnato in altre cose, come le ragazze, il bere e recitare.
seconda parte…
Michael: Sono un grande fan del calcio, ma non abbastanza di quando ero più giovane. Quando ero un bambino, tutto quello a cui mi interessavo era il football. Tutto quello che volevo fare era essere un giocatore di football. Quando ero un bambino, se non ero a scuola, giocavo a football per strada, o al campo da football vicino a casa mia. Anche quando ero a scuola, ogni volta che c’era pausa, giocavo a football o parlavo di football, e collezionavo le figurine del football e riempivo gli album.
Poi quando avevo 12 anni, mi è stata offerta l’occasione di giocare con l’Arsenal, la squadra giovanile. Vivevo in una piccola città del Galles e questo significava che sarei dovuto andare a vivere con tutta la mia famiglia a Londra, così mio padre ha detto, “No. Se sarai ancora interessato quando avrai 16 anni, allora potrai andare.” Ma è troppo tardi quando hai 16 anni. Devi iniziare quando sei ancora giovane. E poi, a quei tempi ero impegnato in altre cose, come le ragazze, il bere e recitare.
seconda parte…
Q: Ti ha deluso?
Michael: Non molto perché è stata una mia decisione non farlo. E poi, sono uscito dalla scuola di recitazione a 21 anni. Se, all’età di 23 -24 anni, mi fosse piaciuto quello che stavo facendo e se tutto fosse stato davanti a me e lo stessi facendo bene, e qualcosa fosse successo e mi avesse fermato dall’essere ancora un attore, non saprei cosa avrei fatto. Questo era quello che mi connetteva a Brian. Se non fossi stato in grado di recitare, e avessi fatto qualcosa che significava guardare le altre persone farlo per tutto il tempo, come sarebbe stato per me?
Così, quando stavamo facendo il film, ho letto quando Clough faceva allenamento con i giocatori, perché non era tanto più vecchio di loro, da quando era un giovane manager, quando aveva iniziato, non poteva resistere alla tentazione di entrare e giocare con loro e mostrare che lui era meglio di loro. Ho pensato che aveva assolutamente ragione perché se io stessi dirigendo degli attori, vorrei essere sul palco o di fronte alla telecamera e andare, “Guarda questo è come lo fai te.” Allo stesso tempo, visto che c’è una passione per quello che fai, c’è frustrazione e una terribile tristezza, che lui copriva.
Michael: Non molto perché è stata una mia decisione non farlo. E poi, sono uscito dalla scuola di recitazione a 21 anni. Se, all’età di 23 -24 anni, mi fosse piaciuto quello che stavo facendo e se tutto fosse stato davanti a me e lo stessi facendo bene, e qualcosa fosse successo e mi avesse fermato dall’essere ancora un attore, non saprei cosa avrei fatto. Questo era quello che mi connetteva a Brian. Se non fossi stato in grado di recitare, e avessi fatto qualcosa che significava guardare le altre persone farlo per tutto il tempo, come sarebbe stato per me?
Così, quando stavamo facendo il film, ho letto quando Clough faceva allenamento con i giocatori, perché non era tanto più vecchio di loro, da quando era un giovane manager, quando aveva iniziato, non poteva resistere alla tentazione di entrare e giocare con loro e mostrare che lui era meglio di loro. Ho pensato che aveva assolutamente ragione perché se io stessi dirigendo degli attori, vorrei essere sul palco o di fronte alla telecamera e andare, “Guarda questo è come lo fai te.” Allo stesso tempo, visto che c’è una passione per quello che fai, c’è frustrazione e una terribile tristezza, che lui copriva.
Q: In che misura pensi sia un film sulle relazioni umane e non un film sul football?
Michael: Non penso affatto sia un film sul football. Penso più ad un film su, piuttosto di niente, un matrimonio. E’ un matrimonio molto anticonvenzionale, ma tuttavia, è basato su questa relazione tra Clough e Taylor che era molto intima e co-dipendente. Entrambi avevano bisogno di avere successo. Dipendevano l’uno dall’altro. Nel suo libro, Taylor parla di passare del tempo con Clough in una stanza, dove Clough lanciava cose contro il muro dalla frustrazione, e poi piangendo e singhiozzando incontrollabilmente tra le braccia di Taylor. Questo fu un’intimità fisica, psicologica ed emozionale tra due uomini che è quasi rara, credo. C’è tutta la complessità di un matrimonio in questo, come anche il risentimento che cresce da questo. Clough si sentiva come, “Non ho bisogno di lui. Posso aver successo anche senza di lui.” C’era tutta questa frustrazione e risentimento.
Se non ci fosse altro, la penserei in questo modo. E poi, c’è questa rivalità professionale e questa relazione, e questa ossessione che ha Clough su Revie e il Leeds United, che era come la relazione che lui aveva e ha rotto. Poi, alla fine, quando tutto crolla, lui fa marcia indietro e chiede perdono a sua moglie. Questo è il motivo per cui non c’è la coincidenza che Taylor ha detto a Clough, “Riprendimi, baby. Non posso farlo senza di te.” E’ consapevole di questa relazione, può prendere posto con qualsiasi sfondo. Non deve essere proprio sul football. Potrebbe essere un grande business, o qualsiasi altra cosa. E’ sulle persone e sulle relazioni tra queste persone.
Michael: Non penso affatto sia un film sul football. Penso più ad un film su, piuttosto di niente, un matrimonio. E’ un matrimonio molto anticonvenzionale, ma tuttavia, è basato su questa relazione tra Clough e Taylor che era molto intima e co-dipendente. Entrambi avevano bisogno di avere successo. Dipendevano l’uno dall’altro. Nel suo libro, Taylor parla di passare del tempo con Clough in una stanza, dove Clough lanciava cose contro il muro dalla frustrazione, e poi piangendo e singhiozzando incontrollabilmente tra le braccia di Taylor. Questo fu un’intimità fisica, psicologica ed emozionale tra due uomini che è quasi rara, credo. C’è tutta la complessità di un matrimonio in questo, come anche il risentimento che cresce da questo. Clough si sentiva come, “Non ho bisogno di lui. Posso aver successo anche senza di lui.” C’era tutta questa frustrazione e risentimento.
Se non ci fosse altro, la penserei in questo modo. E poi, c’è questa rivalità professionale e questa relazione, e questa ossessione che ha Clough su Revie e il Leeds United, che era come la relazione che lui aveva e ha rotto. Poi, alla fine, quando tutto crolla, lui fa marcia indietro e chiede perdono a sua moglie. Questo è il motivo per cui non c’è la coincidenza che Taylor ha detto a Clough, “Riprendimi, baby. Non posso farlo senza di te.” E’ consapevole di questa relazione, può prendere posto con qualsiasi sfondo. Non deve essere proprio sul football. Potrebbe essere un grande business, o qualsiasi altra cosa. E’ sulle persone e sulle relazioni tra queste persone.
Q: Da dove parti quando devi fare un adattamento di un libro, come con New Monn o Alice in Wonderland?
Michael: Parto sempre dallo stesso punto, che sarebbe la storia. Il primo contatto con qualcosa è il copione, quando mi viene offerto un copione, o mi viene spedito, o qualsiasi altra cosa. Mi siedo e lo leggo. La prima lettura del copione è molto speciale per me perché sono consapevole che quello è il mio punto di contatto con la storia e il mondo che contiene. Non leggo cose a pezzi, o mentre sto facendo altro. Devo avere piena concentrazione. Lo leggo perché, se alla fine devo fare questo film, quella prima lettura, l’impressione che ne ricavo, la connessione che instauro e come colpisce la mia immaginazione, darà la carica a tutto quello che farò successivamente. E’ sempre quel primo contatto con la storia, è un momento veramente speciale per me e non importa se è basato su eventi realmente accaduti o no, com’è New Moon o qualsiasi altra cosa.
Questo è il mondo. Questo è il punto di partenza. E poi, si tratta di lasciar andare la tua immaginazione. Io cerco indizi. Ogni copione è come un giallo. Lo scrittore ha certe intenzioni, sia che ne sia consapevole o inconsapevole, ed escono e sono espressi nel copione.
Così, per esempio, quando stavo girando New Moon, non c’era solo il copione, c’era anche il libro. Era mia abitudine portare il libro con me sul set ogni giorno. L’ho riletto e riletto e riletto ancora. Non è come se avessi letto l’intero libro, perché i pezzi di Aro non sono molti, ma tuttavia, provo ad immergermi nel mondo dei pezzi, qualsiasi sia il pezzo.
Così, se è la vita di Brian Clough allora mi immergo nella vita di Brian Clough. Se si tratta di New Moon, mi immergo nel mondo di Stephenie Meyer, ma anche nel mondo dei vampiri, generalmente. Con i film di Underworld, ho guardato qualsiasi cosa ci fosse sui licantropi, e ho letto tutto sull’argomento. Non puoi sapere da dove verrà quella piccola cosa che illuminerà la tua immaginazione. Non succede ogni volta, ma non sai mai da dove quella cosa venga. Può venire dal posto più brutto, e di solito è così. E’ tutto quello su cui si basa Il signore degli anelli. La persona più importante in tutta la storia del signore degli anelli è colui che è ignorato in tutto il mondo di Tolkien. E’ il piccolo Hobbit. E’ la persona più inaspettata per questa cosa.
Ho notato che è la stessa cosa che faccio io. Potrei leggere, o potrebbe esserci l’opportunità che qualcuno con cui sto parlando faccia qualcosa, e questa cosa mi rimanga impressa. Quando trovo le cose centrali della mia ricerca, allo stesso tempo, non so perché è importante per me, ma so che c’è qualcosa a proposito di quella cosa. Eventualmente, farò una scena in cui il regista dirà: “A questo punto, puoi fare qualcosa qui?,” e improvvisamente qualcosa della mia ricerca tornerà utile. Questo significa che dovrei farne molte, anche se puoi finire usandone solo poche, ma non puoi mai sapere da dove arrivano le cose.
Michael: Parto sempre dallo stesso punto, che sarebbe la storia. Il primo contatto con qualcosa è il copione, quando mi viene offerto un copione, o mi viene spedito, o qualsiasi altra cosa. Mi siedo e lo leggo. La prima lettura del copione è molto speciale per me perché sono consapevole che quello è il mio punto di contatto con la storia e il mondo che contiene. Non leggo cose a pezzi, o mentre sto facendo altro. Devo avere piena concentrazione. Lo leggo perché, se alla fine devo fare questo film, quella prima lettura, l’impressione che ne ricavo, la connessione che instauro e come colpisce la mia immaginazione, darà la carica a tutto quello che farò successivamente. E’ sempre quel primo contatto con la storia, è un momento veramente speciale per me e non importa se è basato su eventi realmente accaduti o no, com’è New Moon o qualsiasi altra cosa.
Questo è il mondo. Questo è il punto di partenza. E poi, si tratta di lasciar andare la tua immaginazione. Io cerco indizi. Ogni copione è come un giallo. Lo scrittore ha certe intenzioni, sia che ne sia consapevole o inconsapevole, ed escono e sono espressi nel copione.
Così, per esempio, quando stavo girando New Moon, non c’era solo il copione, c’era anche il libro. Era mia abitudine portare il libro con me sul set ogni giorno. L’ho riletto e riletto e riletto ancora. Non è come se avessi letto l’intero libro, perché i pezzi di Aro non sono molti, ma tuttavia, provo ad immergermi nel mondo dei pezzi, qualsiasi sia il pezzo.
Così, se è la vita di Brian Clough allora mi immergo nella vita di Brian Clough. Se si tratta di New Moon, mi immergo nel mondo di Stephenie Meyer, ma anche nel mondo dei vampiri, generalmente. Con i film di Underworld, ho guardato qualsiasi cosa ci fosse sui licantropi, e ho letto tutto sull’argomento. Non puoi sapere da dove verrà quella piccola cosa che illuminerà la tua immaginazione. Non succede ogni volta, ma non sai mai da dove quella cosa venga. Può venire dal posto più brutto, e di solito è così. E’ tutto quello su cui si basa Il signore degli anelli. La persona più importante in tutta la storia del signore degli anelli è colui che è ignorato in tutto il mondo di Tolkien. E’ il piccolo Hobbit. E’ la persona più inaspettata per questa cosa.
Ho notato che è la stessa cosa che faccio io. Potrei leggere, o potrebbe esserci l’opportunità che qualcuno con cui sto parlando faccia qualcosa, e questa cosa mi rimanga impressa. Quando trovo le cose centrali della mia ricerca, allo stesso tempo, non so perché è importante per me, ma so che c’è qualcosa a proposito di quella cosa. Eventualmente, farò una scena in cui il regista dirà: “A questo punto, puoi fare qualcosa qui?,” e improvvisamente qualcosa della mia ricerca tornerà utile. Questo significa che dovrei farne molte, anche se puoi finire usandone solo poche, ma non puoi mai sapere da dove arrivano le cose.
Q: E, per alice, sei un coniglio attuale?
Michael: Che trasformazione. E’ stupefacente! Posso veramente interpretare qualsiasi cosa.
Michael: Che trasformazione. E’ stupefacente! Posso veramente interpretare qualsiasi cosa.
Q: Qual è stata la cosa più bella del girare New Moon in Italia?
Michael: Mi piacerebbe condividere le mie esperienze preferite a proposito dell’Italia. Sfortunatamente, non posso perché non ho girato niente di quello in Italia. Il problema del fare gli interni è che gli interni possono essere fatti ovunque. Così, la prossima volta che lo avrò in contratto devo fare almeno un esterno, in qualsiasi film farò. La mia esperienza preferita a proposito dell’Italia è stato ricevere un messaggio da Chris Weitz che dice, “Non è fantastico qui?”
Michael: Mi piacerebbe condividere le mie esperienze preferite a proposito dell’Italia. Sfortunatamente, non posso perché non ho girato niente di quello in Italia. Il problema del fare gli interni è che gli interni possono essere fatti ovunque. Così, la prossima volta che lo avrò in contratto devo fare almeno un esterno, in qualsiasi film farò. La mia esperienza preferita a proposito dell’Italia è stato ricevere un messaggio da Chris Weitz che dice, “Non è fantastico qui?”
Q: Com’è stato essere uno tra i più vecchi del cast?
Michael: Penso sia un buone che io interpreti un vampiro vecchio millenni perché è esattamente come ti senti essere sul set con persone belle come Robert Pattinson, Kristen Stwart e Ashley Greene, e tutti gli altri. Mi sentivo come il vecchio zio decrepito che sta sempre in mezzo ai piedi, per provare a stare con i giovani. Ma, questo ha aiutato col personaggio, così è stato divertente.
Michael: Penso sia un buone che io interpreti un vampiro vecchio millenni perché è esattamente come ti senti essere sul set con persone belle come Robert Pattinson, Kristen Stwart e Ashley Greene, e tutti gli altri. Mi sentivo come il vecchio zio decrepito che sta sempre in mezzo ai piedi, per provare a stare con i giovani. Ma, questo ha aiutato col personaggio, così è stato divertente.
Q: Tron Legacy è girato tutto in interni?
Michael: Lo è, si, perché è tutto all’interno del mondo del computer. Ma, è stato fantastico. Sono set fantastici. Penso sarà fenomenale.
Michael: Lo è, si, perché è tutto all’interno del mondo del computer. Ma, è stato fantastico. Sono set fantastici. Penso sarà fenomenale.
Q: Farai Underworld 4?
Michael: Non so se ci sarà un Underworld 4. Non ne sono sicuro. Ho sentito delle voci a proposito, ma nessuno ha ancora parlato con me a proposito del film, quindi non so. Probabilmente si farà senza di me. Non ne sono sicuro, ma se sento qualcosa, sarete i primi a saperlo
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