Non capivo da dove fosse spuntato, ma di colpo eccolo lì che mi apriva lo sportello e m'invitava a salire.
«Hai bisogno di un passaggio?», chiese, divertito dalla mia espressione, consapevole che per l'ennesima volta mi aveva colta di sorpresa. Non sembrava troppo convinto della sua proposta. E non stava tentando di convincermi: ero libera di rifiutare, e forse una parte di lui sperava lo facessi. Speranza vana.
«Sì, grazie». Cercai di non tradire l'agitazione. Al caldo dell'abitacolo, notai il giaccone di pelle appeso al poggiatesta del passeggero. La mia portiera si chiuse e, prima di quanto ritenessi possibile, Edward si sedette al mio fianco e mise in moto.
«Ti ho portato questo. Non volevo che ti prendessi un raffreddore o qualcosa del genere». Stava sulla difensiva. Indossava soltanto una maglia leggera grigia a maniche lunghe, con scollo a V. Il tessuto aderiva al suo torace muscoloso e perfetto. Che io riuscissi a distogliere lo sguardo dal suo corpo era la dimostrazione della bellezza inaudita del suo viso.
«Non sono così delicata», risposi, ma accettai la giacca e la tenni in grembo, infilando le braccia nelle maniche troppo lunghe, curiosa di verificare se il profumo fosse davvero buono come lo ricordavo. Era anche meglio.
Twilight
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