«Non mi sembra di essere stato invitato».
Feci un sospiro. «Ti sto invitando ora».
«Per questa settimana è meglio che io e te non esageriamo, con il povero Mike. Non è il caso di fargli saltare i nervi». I suoi occhi danzavano: l'idea lo divertiva più di quanto fosse lecito.
«Povero Mike», mormorai, preoccupata dal tono con cui aveva detto "io e te". Mi piaceva più di quanto fosse lecito.
Eravamo arrivati dietro il parcheggio. Svoltai a sinistra, in direzione del pick-up. Qualcosa mi tirò per il giubbotto e mi trattenne.
«Dove pensi di andare?», chiese lui, indignato. Stringeva un lembo della mia giacca a vento.
Rimasi disorientata. «Vado a casa».
«Non hai sentito? Ho promesso di portarti a casa sana e salva. Pensi che ti lasci guidare in quelle condizioni?». Era ancora indignato.
«Quali condizioni? È il mio pick-up?», ribattei io.
«Te lo faccio riportare da Alice dopo la scuola». Ora mi trascinava verso la sua auto, senza mollare il mio giubbotto. L'unica alternativa sarebbe stata lasciarmi cadere all'indietro. Ma credo che non mi avrebbe mollata ne-anche stesa per terra.
Twilight
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