Mentre correvo, pensavo... «A non centrare gli alberi, spero».
«Sciocca», sghignazzò. «Correre per me è un gesto automatico, non è qualcosa a cui devo stare attento». «Spaccone».
Sorrise. «Dicevo... Pensavo a una cosa che vorrei provare». Di nuovo prese il mio viso tra le mani. Mi tolse il fiato.
Sembrava esitare, ma non in maniera normale.
Non come un uomo che sta per baciare una donna, incerto della reazione e della risposta di lei, che volesse prolungare quell'istante, il momento perfetto dell'attesa impaziente che spesso è meglio del bacio stesso.
Edward esitava per mettersi alla prova, per non correre rischi ed essere certo di saper controllare i propri desideri.
Poi posò le sue labbra di marmo freddo sulle mie.
Ciò che nessuno di noi prevedeva fu la mia reazione.
Mi sentii ribollire il sangue e bruciare le labbra. Il mio respiro si trasformò in un affanno incontrollabile. Intrecciai le dita ai suoi capelli, stringendolo a me. Dischiusi le labbra per respirarne il profumo inebriante.
Immediatamente lo sentii trasformarsi in pietra insensibile. Con le mani, delicatamente ma senza che potessi oppormi, allontanò il mio viso dal suo. Aprii gli occhi e lo vidi, guardingo.
«Ops».
Twilight
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