"Eppure, c'era qualcosa che li rendeva tutti somiglianti. Ognuno di loro era pallido come il gesso, erano i più pallidi tra tutti gli studenti di quella città senza sole. Più pallidi di me, l'albina. Tutti avevano occhi molto scuri, a dispetto del diverso colore dei capelli, e cerchiati da ombre pesanti, vio-lacee, simili a lividi. Quasi avessero tutti trascorso la notte senza chiudere occhio, o si stessero riprendendo da una rissa. Eppure, il resto dei loro li-neamenti era dritto, perfetto, spigoloso.
Ma non era questo il motivo per cui non riuscivo a distogliere lo sguar-do. Li fissavo perché i loro volti, così differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana. Erano volti che non ci si aspetterebbe mai di vedere se non, forse, sulle pagine patinate di un giornale di moda. O dipinti da un vecchio maestro sotto fattezze di angeli. Difficile decidere chi fosse il più bello: forse la ragazza bionda e perfetta, forse il ragazzo con i capelli di bronzo. "
Ma non era questo il motivo per cui non riuscivo a distogliere lo sguar-do. Li fissavo perché i loro volti, così differenti, così simili, erano tutti di una bellezza devastante, inumana. Erano volti che non ci si aspetterebbe mai di vedere se non, forse, sulle pagine patinate di un giornale di moda. O dipinti da un vecchio maestro sotto fattezze di angeli. Difficile decidere chi fosse il più bello: forse la ragazza bionda e perfetta, forse il ragazzo con i capelli di bronzo. "
(Twilight)
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