«Ti prego, Bree, diventa la mia migliore amica forever». Stava ancora scherzando, ma il suo sorriso era autentico e... sì, pieno di sincera speranza. Tese la mano.
Battei un cinque come si deve, ma quando prese la mia mano e me la strinse capii che aveva pensato a tutt'altro. Toccare un'altra persona dopo una vita intera - perché gli ultimi tre mesi erano tutta la mia vita - passata a evitare ogni contatto era così strano da rasentare lo shock. Un po' come infilare le dita in una presa di corrente e scoprire che era piacevole. «Ci sto», dissi con un sorriso un po' sbilenco.«Fantastico. Il nostro piccolo club privato». «Molto esclusivo», sottolineai.
La sua mano restò dov'era, senza sciogliere né aumentare la presa. «Ci serve una stretta di mano segreta».
«Per quello lascio fare a te».
La breve seconda vita di Bree Tanner
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