«Vieni, Bree, devi provare anche tu».
Non trovavo ragioni per non farlo ed ero effettivamente curiosa, tuttavia mi avvicinai con riluttanza.
«Non scotta?».
«Per niente. La luce non ci trasforma in cenere, si... riflette solo su di noi. Certo, detto così è un eufemismo».
Lenta come un umano, allungai le dita incerte verso la luce. La pelle sfavillò immediatamente di mille riflessi e la grotta s'illuminò tanto che, al confronto, la giornata fuori sarebbe apparsa buia. Non erano proprio riflessi, però: la luce era scomposta e iridescente, più simile a quella di un cristallo. Infilai tutta la mano nel fascio e la luminosità nella grotta crebbe ulteriormente.
«Credi che Riley lo sappia?», sussurrai.
«Forse. O forse no».
«Ma perché non dircelo, se lo sa? A quale scopo? Il fatto è che alla luce diventiamo delle sfere stroboscopiche ambulanti», dissi stringendomi nelle spalle
La breve seconda vita di Bree Tanner
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